Inquadrature in movimento che descrivono antichi paesaggi urbani o il deturpato spettacolo della natura si contrappongono alle immagini fisse che raccontano un’attualità politica di lotta e potere. Accompagnati dalle parole sussurrate dal regista stesso, lette a lume di candela, e dalla solennità della musica per violoncello di Antonio Vivaldi, assistiamo così all’esplodere della rivolta contro l’immagine del mondo.